Famiglia di patrioti, dalle guerre risorgimentali alla Resistenza, di politici e professionisti, i Berghinz hanno lasciato importanti tracce negli ultimi 250 anni della storia friulana: citiamo solo i fratelli Bernardino e Augusto combattenti con Garibaldi, Giovanni Battista medaglia d'oro caduto nella lotta contro i nazisti e l'insigne medico Guido pioniere della pediatria.
Un albero genealogico ricco che vede oggi tra gli ultimi epigoni della dinastia udinese (un ramo è anche a Roma) il geometra Alessandro Berghinz, classe 1947, già tecnico comunale, poi bancario e, in questi ultimi anni, amministratore di condomini. La patria, la medicina e la moderna, sfaccettata economia dei nostri tempi, si potrebbe commentare. Ma anche un riaggancio con le origini: l'antenato Cristoforo (1804-1859) era, infatti, un commerciante di seta. Nel suo bellissimo studio di piazzetta Antonini, con vista sui giardini della Banca d'Italia, Sandro Berghinz racconta le vicende della sua antica famiglia.
L'avo sopra citato era il nipote di un altro Cristoforo (1738-1810), che arrivò in Friuli dalla zona tra Caporetto e Tolmino. Il nipote, dunque, nel 1839 comperò il palazzo oggi chiamato Montegnacco-Berghinz di via Superiore dove aprí un setificio. Ebbe numerosi figli, tra i quali i garibaldini colonnello Bernardino (1841-1925) e avvocato Augusto (1845-1912). Il primo fu tra i liberatori di Udine (entrò in città, dalla porta Poscolle, il 26 luglio 1866, alla testa del suo squadrone del 6° Aosta cavalleria) e fu poi per lungo tempo sindaco di Sedegliano; il secondo partecipò con le camicie rosse alla campagna nel Trentino, conclusa col fatidico, rinunciatario «Obbedisco» del generale dopo la vittoria di Bezzecca, e alle sfortunate battaglie dell'anno dopo per la liberazione di Roma (Porta San Paolo). Ma l'avvocato Augusto fu anche presidente della Società dei reduci delle patrie campagne e consigliere comunale a Udine dal 1876 al 1883. In queste vesti fu l'artefice della realizzazione del monumento a Giuseppe Garibaldi, inaugurato il 26 agosto 1886, nella piazza dei Barnabiti ribattezzata col nome dell'Eroe dei due mondi. Augusto Berghinz fu anche un politico, «il primo a disciplinare le forze popolari della città - racconta il pronipote - e a indirizzarle, con entusiasmo e convinzione, sulle strade della democrazia.
Fu l'organizzatore della Lega popolare e tra i fondatori del Giornale di Udine». Nel 1884 emigrò a Buenos Aires, dove continuò a esercitare la professione forense. Dalla capitale argentina, Augusto Berghinz finanziò l'iniziativa della lapide a Paolo Sarpi, nella via omonima, della quale dettò anche il testo, rimasto ancora oggi famoso per gli accenni anticlericali («ma i tempi erano quelli!», spiega Alessandro Berghinz).
I due patrioti avevano un terzo fratello, Giuseppe, ricordato se non altro come padre del dottor Guido (1872-1940), un luminare della medicina pediatrica. Clinico e ricercatore, Guido Berghinz fu tra i fondatori della Società italiana di pediatria, docente per dieci anni all'Università di Padova, primario all'ospedale di Udine dal 1905 al 1939. Durante la Grande Guerra era stato docente alla scuola medica da campo di San Giorgio di Nogaro e per i suoi meriti venne promosso tenente colonnello ed ebbe diverse medaglie al valor militare. Pur di fronte a numerose e prestigiose offerte di cattedre in altre città d'Italia, preferí rimanere a Udine, dove mantenne sempre la residenza, assieme alla moglie contessa Margherita Berlinghieri Concina, nel palazzo di via Superiore, già sede del setificio di nonno Cristoforo.
Del famoso prozio pediatra, Alessandro Berghinz racconta un episodio che riguarda il compianto presidente della Regione Antonio Comelli, allora bambino (erano i primi anni '20). «Lo ha salvato, curandolo con prodotti naturali, da una malattia infantile che poteva avere gravi conseguenze. Me lo ha raccontato lo stesso Comelli».
Un fratello del dottor Guido, l'avvocato Raffaello (che ricoprí anche cariche pubbliche, tra l'altro fu commissario prefettizio a Faedis), era il padre della medaglia d'oro Giovanni Battista Berghinz, classe 1918, combattente, come tenente di prima nomina, in Africa e in Francia. Dopo l'8 settembre '43, Giobatta Berghinz aderì all'Osoppo dove fu impegnato nel rifornimento ai partigiani di armi, viveri e carburanti. Arrestato nel luglio '44 dai tedeschi, che lo torturarono senza riuscire a estorcergli alcuna informazione, fu fucilato e bruciato nella Risiera di Trieste. Alla sua memoria è dedicata la caserma udinese di via San Rocco.
Del tenente Berghinz va citata anche la madre, Maria Cristina Piani, esponente di associazioni culturali e patriottiche: è vissuta oltre i 90 anni e fino al suo ultimo giorno è stata devota e appassionata testimonial dell'eroico figlio.
Arriviamo ad Alessandro e ai tempi nostri. Ma prima ricordiamo che suo nonno Vittorio, fratello di Guido e Raffaello, militare del Genova Cavalleria, fu protagonista di un gesto coraggioso nel 1905 a Padova, durante l'alluvione del Brenta. Assieme a un commilitone e «non senza rischio della propria vita - si legge in una cronaca dell'epoca - operò il salvataggio di 12 persone che, circondate da acque limacciose, minacciavano di affogare». Figlio di Alberto (1914-1994), già dipendente dell'Inam, Alessandro si è diplomato geometra e per un anno è andato «a bottega» da un grande maestro, Giovanni Sello, che lo ha avviato a una professione (in particolare con la stima di immobili) che ebbe poi modo di esercitare pochissimo. Ha operato a Martignacco come tecnico comunale al tempo del sindaco Ferruccio Saro, poi è stato alla Crup fino alla fine del 2006. Da allora, costituita una Srl, si dedica all'amministrazione di condomini.
Ma non è tutto. In gioventú ci sono stati 8 anni di collegio Bertoni, il ricreatorio della Madonna delle Grazie e l'Associazione guide e scout cattolici. Tale formazione lo ha portato in politica, nelle file della Dc. È stato segretario della sezione di Chiavris e per due mandati presidente della circoscrizione Chiavris-Ancona. Nel 1990, ancora prima delle avvisaglie di Tangentopoli, lasciò la politica che, seppure «di periferia», gli ha dato soddisfazioni (ha contribuito a realizzare il servizio infermieristico circoscrizionale, il parco pubblico di Chiavris, la sistemazione definitiva di via Friuli). Alessandro Berghinz si è dedicato quindi alla lettura dei libri di storia, appassionandosi in particolare alle vicende di casa Savoia. Nel 1998 è entrato a far parte delle Guardie d'onore alle tombe reali del Pantheon, delle quali è diventato delegato provinciale (e nel 2005 ha ricevuto a Ginevra, dal principe Vittorio Emanuele, il cavalierato di San Maurizio e Lazzaro).
Già nel '98, tramite la contessa Maria Antonietta de' Portis, suo chaperon nell'aristocrazia friulana, era stato insignito dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Berghinz ha organizzato a Udine due convegni (sullo Statuto Albertino e su «Eugenio di Savoia Soissons liberatore dell'Europa dai Turchi») e ha organizzato una recente visita del giovane Emanuele Filiberto a Udine.
Si potrebbe dire che, dopo oltre cent'anni, il pronipote, che ha fatto il servizio militare nell'aeronautica, è subentrato al prozio Augusto, depositario delle «Patrie memorie» ottocentesche. Alessandro Berghinz, sposato, dal 1972, con Anita Moro, ha una figlia, Elena, che ha fatto il Blanchini e studiato arpa al conservatorio. La sua famiglia è la continuatrice udinese della dinastia, ma non l'unica. Il nostro geometra ha una sorella, Anna Luisa, ex funzionario regionale, sposata, due figli. E ha due cugini, figli di Giuseppe, fratello di Alberto: Carla, insegnante in pensione, che ha una figlia, Stefania, e Graziano, che vive a Colugna. Altre due cugine, ma non dirette, discendenti dal patriota garibaldino Bernardino Berghinz, abitano rispettivamente a Roma e al Lido di Venezia. «Non me ne ricordo altri», commenta Alessandro, che ogni tanto riprende in mano il «frondoso» albero genealogico per i necessari aggiornamenti.
Da qualche anno «l'ultimo dei Berghinz» è approdato a una periferia ancora piú esterna: è andato ad abitare nella bella Campeglio, tra le colline di Faedis. E, come al tempo di Chiavris, si è riavvicinato alla politica, rigorosamente locale. Eletto, proprio la settimana scorsa al consiglio comunale, avrà il ruolo di capogruppo della sua lista.
E' con piacere e con il permesso di dare il benvenuto l'ingresso di un nuovo Socio nella nostra amata Sezione ANC di Lignano , nonché nel nostro Gruppo di volontariato : Complimenti Sig. BERGHINZ Alessandro e buon lavoro.
FONTE: MessaggeroVeneto - 15 Giugno 2009