SAGRADO. Il comandante generale dei carabinieri Del Sette alla cerimonia per il 45º anniversario della strage
«Siamo con voi e lo saremo sempre. L’Arma dei Carabinieri era la famiglia di questi tre giovani e sarà sempre anche la vostra». Con queste suggestive parole rivolte ai parenti delle vittime, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale di corpo d’armata Tullio Del Sette, ha suggellato la commemorazione del 45º anniversario della strage di Peteano in cui persero la vita tre carabinieri di stanza a Gradisca: il brigadiere Antonio Ferraro e i carabinieri Donato Poveromo e Franco Dongiovanni. Le massime autorità militari e civili si sono strette attorno al monumento che, nella piccola frazione di Sagrado, commemora una dei momenti più bui della storia repubblicana.
Assieme al generale Del Sette, presenti fra gli altri il generale di Corpo d’Armata Aldo Visone, comandante del Comando Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto” con i locali comandanti, l’Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri Generale Corpo d’Armata Michele Ladislao, i prefetti di Trieste e Gorizia, Annapaola Porzio ed Isabella Alberti, il questore del capoluogo isontino Lorenzo Pillinini, l’assessore regionale Sara Vito, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Redaelli ed i sindaci di Sagrado, Gradisca e Savogna, Elisabetta Pian, Linda Tomasinsig, Alenka Florenin.
Ma soprattutto erano presenti loro, i familiari di chi ha perso la vita in quella terribile strage: la signora Rita Famea, vedova di Ferraro, la signora Luciana Cressatti, vedova di Poveromo, e il fratello di Bongiovanni, Pietro Paolo, oltre ad altri parenti. «Non dobbiamo dimenticare e non dimenticheremo mai quanto accaduto – così il generale Del Sette – lo dobbiamo a questi tre eroi caduti nello svolgimento del proprio compito, lo dobbiamo alle loro famiglie e lo dobbiamo alle giovani generazioni. Qui ricordiamo il dolore dell’Arma e di un Paese, ma anche la sua capacità di reagire immediatamente. Questi ragazzi sono morti senza immaginare che quella notte per loro sarebbe stata l’ultima, eppure consapevoli, come tanti loro colleghi ogni giorno, di dover essere pronti a correre un rischio più elevato di qualsiasi altro cittadino.
Non saranno dimenticati neppure fra altri 45 anni, perché rappresentano gli ideali di questo Paese». Nelle parole del sindaco di Sagrado Elisabetta Pian la riconoscenza della comunità civile all’Arma «composta da tanti silenziosi servitori dello Stato, che col loro operato ci trasmettono quotidianamente non solo sicurezza, ma il senso della democrazia e della libertà». La strage di Peteano è stata a lungo una delle pagine più oscure della storia italiana, le cui indagini solamente alcuni decenni dopo riuscirono ad individuare la responsabilità di alcuni militanti del movimento di estrema destra Ordine Nuovo.
FONTE: MessaggeroVeneto - 01 Giugno 2017