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il Carabiniere può iscriversi al partito Politico ?? - da
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Il consiglio di Stato: Carabiniere può iscriversi al partito ma senza assumere cariche
In base alla legislazione vigente, un carabiniere può iscriversi ad un partito politico ed assumere cariche al suo interno ?
Nel Settembre 2016, secondo una sentenza del Tar del Piemonte, sarebbe illegittimo vietare ai militari di iscriversi a gruppi politici e assumere cariche sociali
Il tutto, accogliendo il ricorso del maresciallo aiutante sostituto ufficiale di pubblica sicurezza dei carabinieri Carmelo Cataldi, al quale, allora in servizio (oggi in congedo) al era stata vietata ‘l’iscrizione e l’assunzione di carica sociale in un partito politico – il Psd, Partito per gli operatori della Sicurezza e della Difesa – ed erano stati inflitti per un’asserita incompatibilità con l’adempimento dei doveri di Sottufficiale, 5 giorni di consegna di rigore, peraltro con l’espressa ammonizione “che, in caso di inottemperanza, sarebbe stato avviato il procedimento per la diffida ministeriale ed eventuale successiva decadenza dal servizio”. Lo segnala il sitoall’epoca, del caso, si occuparono il sito GrNet.it. e La Stampa
Oggi invece, dal sito ALTALEX, apprendiamo quanto segue:
Ai sensi dell’art. 98, comma 3, Cost. la legge può stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per alcune categorie di soggetti, fra i quali “i militari di carriera in servizio attivo”.
“Carabinieri può iscriversi al partito ma senza assumere cariche” Di questo tema si occupa il Consiglio di Stato, Sezione IV, nella sentenza 12 dicembre 2017, n. 6845. “CONSIGLIO DI STATO, sul ricorso numero di registro generale 1507 del 2017, proposto da Ministero della difesa – Comando Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta”, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliato in Roma, via dei Portoghesi, 12; C. C., rappresentato e difeso dagli avvocati Giorgio Carta e Giovanni Carta, con domicilio eletto presso il loro studio in Roma, viale Parioli, 55; per la riforma della sentenza del T.a.r. per il Piemonte, Sez. I, n. 1127 del 5 settembre 2016, resa tra le parti, concernente ammonimento a recedere da una carica all’interno di un partito politico e successiva irrogazione della sanzione disciplinare di corpo della consegna di rigore per giorni cinque per mancato recesso da tale carica e da precedente iscrizione ad altro partito.contro
Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Visto l’atto di costituzione in giudizio di C. C.;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 9 novembre 2017 il Cons. Luca Lamberti e uditi per la parte ricorrente gli avvocati dello Stato Natale e Greco;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
1. Il maresciallo aiutante dell’Arma dei carabinieri C. C., all’epoca in servizio presso il Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di B. (xxx), ha impugnato avanti il competente T.a.r. il provvedimento prot. n. 3241/10 del 31 agosto 2010 (e i propedeutici atti procedimentali) con cui il comandante della Legione carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta” lo ha formalmente ammonito a recedere dalla carica, da lui in precedenza assunta, di segretario regionale per il Piemonte del “P.S.D. – Partito per gli operatori della Sicurezza e della Difesa”.
1.1. Con ricorso per motivi aggiunti il maresciallo C. ha impugnato il successivo decreto (Comando Interregionale carabinieri “Pastrengo” prot. n. 171/3 dell’1 aprile 2011) recante il rigetto del ricorso gerarchico proposto avverso la sanzione disciplinare di corpo della consegna di rigore per giorni cinque (decreto Comando Legione carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta” prot. n. 3241/65 del 9 dicembre 2010).
Le mancanze contestate consistevano nell’iscrizione, in data 28 novembre 2009, ad un partito politico (l’allora “Lega Nord – Bossi”), nella successiva assunzione, in data 23 marzo 2010, della carica di segretario regionale in altro partito politico (“P.S.D. – Partito per gli operatori della Sicurezza e della Difesa”) e nella mancata ottemperanza a due distinti provvedimenti di formale ammonimento a recedere da tali iniziative, a lui notificati in data 4 agosto 2010 (con riferimento all’iscrizione al partito “Lega Nord – Bossi”, non impugnato) e 4 settembre 2010 (con riferimento all’assunzione di carica nell’ambito del partito “P.S.D. – Partito per gli operatori della Sicurezza e della Difesa”,
CONTINUA A LEGGERE LA SENTENZA SUL SITO ALTALEX
FONTE: Sostenitori.info - 18 Dicembre 2017
Sgominata la banda “delle betoniere” dai carabinieri di Latisana - da
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LATISANA – Actros. Questo il nome dell’operazione dei carabinieri del Norm di Latisana che ha visto finire in carcere sette persone, denunciarne un’ottava e soprattutto recuperare tutta la refurtiva: 8 autobetoniere (rubate fra Fvg, Veneto e Toscana) per un valore stimato di 2 milioni di euro. Gli uomini dell’Arma hanno concluso tra il 20 e il 26 maggio scorsi un’attività d’indagine avviata il 27 luglio del 2016, data nella quale è avvenuto primo furto ai danni di un’azienda friulana, la ‘Nord Est Logistica srl’ di Ronchis (Go) che si è vista portare via ben tre mezzi..
Operavano in diverse parti d'Italia
Il sodalizio criminale, dedito a reati contro il patrimonio, era specializzato in furti a danno di aziende attive nel settore edile, operanti in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Lombardia, ed Emilia Romagna. La banda era ben strutturata e si occupava, secondo quanto ricostruito dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giorgio Milillo, prima di effettuare dei sopralluoghi, quindi della ricerca dei capannoni dismessi da affittare (da ignari proprietari) e dove occultare per alcune settimane i mezzi rubati. Secondo l’ipotesi investigativa, dopo una prima fase di stoccaggio nelle strutture locate, la banda sarebbe stata intenzionata a smontare le autobetoniere e quindi a spedirle in Egitto, dove sarebbero state messe a disposizione della criminalità locale. Operazione, quest’ultima, mai portata a termine. La banda è infatti stata fermata dai carabinieri che come detto hanno restituito tutto ai legittimi proprietari.
I primi arresti risalgono allo scorso dicembre
Dopo il furto di Ronchis, infatti, ce ne sono stati altri. Il 20 ottobre 2016 due mezzi sono stati rubati dalla Macbeton di Scorzè (Venezia), quindi un’altra betoniera è stata portata via a Susegana (Treviso), il 12 dicembre, la ditta era sempre la ‘Nord Est Logistica srl’. Proprio in quella circostanza i militari hanno ritrovato la prima autobetoniera, per un valore di 250 mila euro, a Bologna, in un capannone che si trovava in una zona periferica, e sono riusciti ad arrestare i primi due membri del gruppo criminale: G. A. E., un egiziano di 32 anni residente a Cremona, e K.S., un albanese di 36 anni, entrambi sono finiti nel carcere di Bologna.
I furti sono proseguiti
Il 10 febbraio 2017, altre due betoniere sono sparite dalla ‘Valdipesa Calcestruzzi srl’ (Firenze). Rinvenuto uno dei mezzi pesanti in un capannone di Fiumicino, i carabinieri di Latisana assieme ai colleghi di Ponte Galera (Rm) hanno denunciato, in stato di libertà, un altro egiziano, W.I., di 44 anni.
Altri tre tentativi di furto
Nel frattempo si sono verificati anche altri tre tentativi di furto in Lombardia a Veneto. Tra il 20 e il 26 maggio scorsi la svolta nelle indagini con l’arresto (su ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Udine, Daniele Faleschini Barnaba) da parte dei carabinieri di Latisana – coadiuvati dal comando provinciale di Milano e dai colleghi delle stazioni di Torino Le Vallette, San Vittorino romano e dei Norm di Latina - di 5 romeni tra i 26 e i 36 anni residenti in diverse parti d’Italia.
Materiale sequestrato
Nella circostanza gli uomini dell'Arma hanno anche sequestrato 7.570 euro in contanti e due auto - una Lancia Delta e una Fiat Croma - utilizzate nella loro attività criminale. Tutti gli arrestati si trovano nella case circondariali di Milano, Torino, Regina Coeli, Latina e Monza.
FONTE: udine.diariodelweb.it - 01 Giugno 2017
LEGGI anche: banda rubava ad aziende del settore dili del nord sette arresti - MV. 01-06-2017
Si rifiuta di fare la carità: anziana spinta a terra e rapinata della borsa - da
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LIGNANO SABBIADORO (Udine) - Una donna anziana che si è rifiutata di fare la carità a un mendicante è stata spinta per terra, rimanendo ferita, ed è stata rapinata del portafoglio che aveva nella borsa; è successo nel primo pomeriggio di ieri, martedì 25 aprile, a Lignano, vicino al supermercato Pam.
La donna, 69 anni, del posto, stava camminando vicino al punto vendita quando è stata avvicinata da un uomo che, in lingua tedesca, le ha chiesto di darle dei soldi. Lei ha rifiutato e ha continuato per la sua strada ma il mendicante non si è arreso: infastidito per non aver ottenuto quello che voleva ha spinto la 69enne che è caduta per terra.
A quel punto lo straniero, molto rapidamente, le ha rubato il portafoglio dalla borsetta e alcuni effetti personali, per poi fuggire di corsa e far perdere le sue tracce in men che non si dica. I passanti hanno immediatamente aiutato la donna a rialzarsi e hanno chiamato i carabinieri. Mentre l'anziana veniva soccorsa dal personale medico del 118 del Pronto soccorso di Lignano, da poco aperto per la nuova stagione estiva alle porte, i militari dell'Arma della stazione della cittadina balneare hanno cercato il rapinatore, senza però riuscire a individuarlo. La 69enne è stata medicata e dimessa; ha riportato delle escoriazioni e delle botte alle mani e alle braccia.
FONTE: il Gazzetino.it - 26 Aprile 2017
LEGGI anche: anziana che si rifiuta di fare la carità a un mendicante - MV. 26-04-2017
Vuole gettarsi dal ponte a Latisana, salvato dai carabinieri - da
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L'appuntato scelto Cristiano Gazzola, arrivato sul posto insieme al collega, il vicebrigadiere Christian Toniutti del Nucleo operativo radiomobile di Latisana, ha messo in salvo un uomo, classe 1963, del posto
LATISANA. È riuscito a salvarlo con grande destrezza e rapidità. Prendendolo per la cinta e allontanandolo dal parapetto del ponte sul Tagliamento dal quale stava minacciando di lanciarsi. L'appuntato scelto Cristiano Gazzola, arrivato sul posto insieme al collega, il vicebrigadiere Christian Toniutti del Nucleo operativo radiomobile di Latisana, ha messo in salvo un uomo, classe 1963, del posto.
Il fatto è accaduto la scorsa mattina, verso le 6. Appena giunti, gli uomini dell'Arma hanno iniziato a parlargli cercando, insieme agli operatori del 118 che si trovavano già sul luogo, di convincerlo a mettersi al sicuro, sulla strada. L'uomo però non aveva alcuna intenzione di cambiare idea. Sembrava determinato a compiere l'estremo gesto. I minuti passavano e il rischio che si gettasse diventava sempre più alto.
L'appuntato scelto Gazzola ha atteso il momento giusto, approfittando del passaggio di una bicicletta che da San Michele al Tagliamento si stava dirigendo verso Latisana. L'ha fatta passare e, quando è arrivata all'altezza del punto in cui si trovava l'uomo, il carabiniere è riuscito a prenderlo per la cinta e a metterlo in salvo. Nel prenderlo però si è procurato un trauma al torace, sul lato destro. La prognosi è di cinque giorni.
L'uomo, una volta al sicuro, è stato portato via con l'ambulanza del 118 per i necessari accertamenti medici. Ai soccorritori aveva riferito di trovarsi sul parapetto da alcune ore. Era infreddolito e sotto choc. Grazie alla prontezza degli uomini dell'Arma si è così evitato il peggio.
FONTE: MessaggeroVeneto - 02 Marzo 2017
Furti in casa, sgominata la banda Finiscono in manette tre albanesi - da
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Latisana: responsabili di 12 colpi compiuti tra il 10 e il 12 gennaio nelle province di Udine e Pordenone Il trio si muoveva a bordo di un’Audi A5 coupè e ha rubato in tutto 70 mila euro. Indagine dei carabinieri
Almeno dodici fra furti commessi e tentati nella Bassa friulana, nell’hinterland udinese e nella provincia di Pordenone. A cominciare dai due colpi messi a segno a Lignano Sabbiadoro, per oltre 70 mila euro di bottino. Prese di mira abitazioni isolate e periferiche nei comuni di Campoformido, Varmo, Basiliano, Pocenia, Fiume Veneto e Porcia, dovei i ladri si sono introdotti o hanno tentato il colpo tra il 10 e il 12 gennaio scorsi. Nel tardo pomeriggio o prima serata, approfittando della momentanea assenza dei padroni di casa, alla ricerca di oro e preziosi, finendo perfino col mettere le mani dentro a un’urna cineraria, contenente le ceneri di un defunto, togliendo il coperchio alla ricerca di oggetti da rubare, come accaduto in una villetta di Varmo.
A mettere fine all’attività di una vera e propria banda specializzata nei furti in casa, i Carabinieri della Compagnia di Latisana che venerdì scorso hanno arrestato con l’accusa di furto, ricettazione e tentato furto, con l’aggravante del concorso, tre cittadini albanesi, raggiunti nelle loro abitazioni di Lignano e Ronchis, al termine di un’accurata indagine partita dai furti commessi in Riviera e che ha portato gli uomini del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia latisanese, coordinati dal comandante, capitano Filippo Sautto, assieme ai colleghi della Stazione di Lignano, a identificare e arrestare il 24enne David Toplana e i 30enni Altin Marvataj e Sokol Molla.
La banda si muoveva a bordo di un’Audi A5 coupè, sequestrata per la successiva confisca durante le operazioni di arresto dei tre: i Carabinieri di Latisana hanno studiato le mosse degli albanesi per raccogliere tutta una serie di riscontri che hanno portato il Gip del Tribunale di Udine, Matteo Carlisi, a emettere nei loro confronto un ordine di custodia cautelare in carcere. Perquisendo gli alloggi di Lignano e Ronchis, i militari dell’Arma hanno sequestrato gioielli e oggetti di pregio, per un valore complessivo di circa 3.000 euro. Secondo gli inquirenti è probabile che gran parte della refurtiva, provento dei colpi messi a segno dalla banda, sia stata immediatamente messa sul mercato della ricettazione.
In ventiquattr’ore di indagine, coordinate dal Pm Andrea Gondolo, i Carabinieri di Latisana hanno raccolto precisi elementi di colpevolezza a carico dei tre albanesi e attraverso l’analisi e l’intreccio di quanto raccolto nel corso di un’attività svolta davvero a tempo di record, i militari di Latisana sono riusciti a risalire all’identificazione dei tre abanesi. Le prove raccolte hanno permesso di procedere nei loro confronti al fermo di indiziato di delitto.
FONTE: MessaggeroVeneto - 20 Gennaio 2017
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