Un Figlio Del SUD

 

 

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Ero un figlio del Sud e vivevo dove le lupare stanno abbracciate alle fronde delle siepi per "bere" la rugiada cieca della vendetta 

Ero un figlio del Sud e soffocavo il mio sangue caldo in una terra di donne dal seno velato di scuro e dai visi di pietra - duri - come il vello degli uomini domati dalla miseria 

Mi dissero: 

vieni quassù da noi dove le donne ti sorridono amiche con la bocca rossa piena di promesse dove gli uomini hanno la pelle liscia e dove ogni porta ti è sempre aperta 

Sono salito 

Alla terra promessa e ho trovato il fiore rosso degli sputi in faccia il morso del piombo sul mio cormo indifeso e la selvaggia offesa di ragazze che credevo donne 

Mi hanno detto "morto di fame" ed era vero .....
Mi hanno chiamato "terrone" ed era vero ...... 

Mi hanno urlato "assassino" e non è vero?

 - Mia Virgo Fidelis Tu sai che non è vero ..... 

Allora sono affogato tra gli spini contorti come i ginepri della mia terra aspra e mi hanno chiuso la bocca con una mano di calce rossa

 Ma resterò qui lo stesso, padre, anche se ogni giorno sogno di piantare ciclamini sulle tue mani di cuoio per riscoprire il colore dei miei sentieri Non verrò da te, padre, a mettere il mio capo stanco sotto la tua ala per morire Resterò qui mordendo ogni giorno i moncherini dei ricordi e ti aspetto padre mio davanti alla mia stele perché sono un figlio del Sud un Carabiniere

 

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Questa poesia vuole essere un omaggio ai tanti giovani del Sud, che superando condizioni ambientali e sociali, hanno scelto d'arruolarsi nell'Arma, in contrapposizione a realtà negative della propria terra. E questa coraggiosa e motivata scelta spesso non viene capita da coloro che invece dovrebbero apprezzarne la forte pulsione morale che essa rappresenta.


Giuseppe Bartoli

Sarna, 13 Dicembre 1998

Pranzo sociale della sezione di Brisighella

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