E
tanto, figlio, che non ti vediamo
Ed eri come il palo
della vite e noi i tralci rugosi e spenti piegati al
suolo come preghiera sotto il grande peso della pena
appesa al vuoto della lontananza..
E' tanto, figlio,
che desideriamo
la gioia della tua voce calda come il sole dei tuoi
alamari .
sull'inverno dei nostri anni
Ora la casa ce l'hai, immensa, insieme a fratelli che
come te smacchiano il male del mondo con la loro
fiamma d'argento
.. Tua madre non sa darsi pace
Ogni giorno ripassa il trio letto sprimaccia i1 cuore
del cuscino perché sia comodo quando ritorni Di tuo
padre, di me io non dico dei miei silenzi, dei miei
ricordi,. arrugginiti, spenti ed inerti come il vomere
orfano di terra,, e delle povere lacrime rapprese..
sul dorso ossuto della mia mano
Non badare a questa lettera figlio Non è mai partita
né mai partirà L'abbiamo imbucata in ginocchio nella
cassetta segreta del cuore. - sicuri
che le nostre parole mai scritte sono incise come
petali schiusi nel tuo "Vangelo" di
carabiniere
colmo d'echi e di fanciulle memorie che solcano l'erta
valle del Dovere
.. come albatros che ricamano il Cielo
Pino
Bartoli |